Luigi Einaudi

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    Luigi Einaudi (Carrù, 24 marzo 1874 – Roma, 30 ottobre 1961) è stato un economista, politico e giornalista italiano; è stato il secondo Presidente della Repubblica Italiana.

    Biografia

    Nato a Carrù da Lorenzo, concessionario della riscossione delle imposte e Placida Fracchia, resta orfano di padre nel 1888, trasferendosi a Dogliani, città natale della madre. Dopo aver studiato a Savona, viene mandato al convitto nazionale Umberto I di Torino e si diploma al Liceo classico Cavour di Torino con i massimi voti, per poi compiere gli studi universitari presso l'ateneo della stessa città, dove frequenta il Laboratorio di economia politica di Salvatore Cognetti de Martiis. In quegli anni si avvicina al movimento socialista e collabora con la rivista "Critica sociale", diretto da Filippo Turati. La collaborazione con "Critica sociale" dura un decennio e si conclude con il distacco dai socialisti e il progressivo spostamento, a partire dai primi anni del Novecento, su posizioni sempre più apertamente liberiste. Nel 1895 ottiene la laurea in giurisprudenza. Copre la cattedra di Scienza delle finanze all'Università di Torino, l'incarico di Legislazione industriale ed economica politica del Politecnico di Torino e l'incarico di Scienza della finanza all'Università Bocconi di Milano. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, soprattutto nelle materie economiche, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue straniere.

    Viene nominato Senatore del Regno nel 1919. Nel 1925 è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce. Redattore de La Stampa di Torino e del Corriere della Sera di Milano fino al 1926, lascia l'attività giornalistica dopo l'avvento del fascismo. È però corrispondente finanziario ed economico del settimanale The Economist e dirige la rivista La Riforma Sociale dal 1900 al 1935 (la rivista, dal 1933, fu edita dalla casa editrice fondata dal figlio Giulio) e la Rivista di Storia Economica dal 1936 al 1943. Dopo il 25 luglio 1943 torna a collaborare a Il Corriere della Sera.

    All'indomani della caduta del fascismo viene nominato rettore dell'università di Torino. Dopo l'8 settembre 1943 si rifugia in Svizzera dove scrive le "Lezioni di politica sociale"; rientra in Italia il 9 dicembre 1944; in questo periodo ha redatto una serie di articoli economici e politici per Il Risorgimento Liberale.

    Nominato Governatore della Banca d'Italia, ricopre l'incarico dal 5 gennaio 1945 all'11 maggio 1948. Pur essendo un convinto monarchico(vedere i Diari) viene nominato componente della Consulta Nazionale dal 1945 al 1946.

    Viene eletto Deputato all'Assemblea Costituente nel 1946 come rappresentante dell'Unione Democratica Nazionale e dà un autorevole contributo ai lavori. È Senatore di diritto del Senato della Repubblica nel 1948 ai sensi della terza disposizione transitoria della Costituzione. Nel IV Governo De Gasperi (1947-1948) è Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro e successivamente (1947), Ministro del Bilancio (conservando l'incarico di Vice Presidente).

    La sua politica economica di quegli anni, caratterizzata da una diminuzione della tassazione interna e dei dazi doganali, pose la basi per il boom economico degli anni cinquanta e sessanta.

    Viene eletto secondo Presidente della Repubblica Italiana l'11 maggio 1948 (al quarto scrutinio con 518 voti su 872). Inizialmente il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi aveva candidato il ministro degli Esteri Carlo Sforza. La candidatura era appoggiata anche da una parte del fronte democratico-laico, ma incontrava la netta opposizione delle sinistre. Sebbene sulla carta disponesse di un'ampia maggioranza, Sforza non riuscì a ottenere i voti di tutti i parlamentari democristiani: contraria era in particolare la corrente di sinistra guidata da Giuseppe Dossetti.

    Dopo i primi due scrutini la dirigenza democristiana prese atto delle difficoltà incontrate da Sforza e decise di candidare Einaudi. La nuova candidatura incontrò la disponibilità dei comunisti a sostenerla. Allo scadere del mandato nel 1955 diviene Senatore a vita. Tra le opere pubblicate dopo la fine del mandato presidenziale ha molto successo il volume di ricordi Lo Scrittoio del Presidente.

    Socio e Vice-Presidente della Accademia dei Lincei; socio della Accademia delle Scienze di Torino; membro del Consiglio Direttivo dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Benedetto Croce, socio dell'Institut International de Statistique de L'Aja, dell'Econometric Society di Chicago, dell'American Academy of Political and Social Science di Filadelfia; socio onorario dell'American Academy of Arts and Sciences di Boston, dell'American Economic Association, della Economic History Association di New York. Presidente onorario della International Economic Association; socio corrispondente della Societè d'Economie Politique di Parigi; Vice Presidente della Economic History Society di Cambridge; socio corrispondente del Coben Club di Londra e della Oesterreichische Akademie der Wissenschaften di Vienna. Gli sono state conferite le lauree "honoris causa" dalla Università di Oxford, dalla Università di Parigi e dalla Università di Algeri.

    Ha curato direttamente la conduzione della sua azienda agricola presso Dogliani, applicandovi i più moderni sistemi colturali.

    Pensiero politico


    Per Einaudi, il liberalismo deve svilupparsi concretamente in tutti gli aspetti della vita politica, sociale ed economica di un uomo.
    Einaudi introduce alcune novità nella politica economica dei liberali italiani; a suo parere vi è una mutua implicazione tra liberalismo e liberismo, discostandosi in questo dalle teorie di Benedetto Croce, che preconizzava il liberalismo italiano come un affare innanzitutto morale: la parola liberismo, infatti, non esiste nella lingua inglese ed è creata appositamente da Benedetto Croce per differenziare libertà civili e libertà economiche.
    Il liberismo non è semplice economicismo. Rifacendosi ai classici anglosassoni del pensiero liberale (John Stuart Mill e John Locke su tutti), Einaudi esalta l'individualità, la libertà d'iniziativa, il pragmatismo. Per Einaudi, le libertà civili sono inscindibili dalle libertà economiche. Einaudi le situa in un rapporto di interdipendenza: ciascuna libertà può emergere solo in presenza delle altre libertà. La libertà funziona solamente laddove è esplicata nella sua completezza: un liberale "completo" è anche "liberista", perché tenta di applicare una reale corrispondenza tra ideale di libertà e società concretamente libera.
    Secondo Einaudi, in un regime statalista la vita sociale ed economica è destinata alla stagnazione: l'individuo si perfeziona solo se è libero di realizzarsi come meglio crede; il liberalismo educa gli uomini perché insegna loro ad autorealizzarsi. La meritocrazia risulta strettamente connessa a un'economia di mercato: l'individuo più competente o creativo può rendere migliore l'azienda e quindi viene assunto. L'autorealizzazione può portare allo scontro tra individui con interessi concorrenti. Questo genere di lotta è però una lotta di progresso: gli uomini sono così costretti ad assumersi la responsabilità (guadagni e fallimenti) delle proprie imprese economiche, senza gravare su altri individui, come invece accade in uno stato assistenziale. L'ideale liberale è un ideale in costante mutamento: può essere oggetto di critica perché nasce e si nutre di ideali concorrenti. Il liberalismo vive del contrasto.
    Per Einaudi, con l'eccesso di statalismo si rischia di "impigrire" l'individuo. Portato a disinteressarsi e a non assumersi responsabilità, si lascerà "trasportare dalla corrente", accettando con fatalismo anche illegalità e cattivi servizi, percependoli come prassi. Il liberalismo, diversamente, è una pratica più dura, ma attraverso l'autorealizzazione riesce a responsabilizzare i cittadini. Una società libera ha bisogno di istituzioni minime e basate sulla trasparenza, in modo che siano più vicine al cittadino e da lui facilmente utilizzabili o contestabili: federalismo e decentramento rispondono bene a queste esigenze; Einaudi punta ad un federalismo europeo, con ciò a dire una sola politica economica, un forte esercito europeo in grado di tenere a bada le pressioni provenienti da oriente e in grado di confrontarsi paritariamente con gli USA. Einaudi non vuole la dissoluzione dei singoli stati ma auspica una federazione europea dotata di varie libertà, soprattutto economiche.

    Opere

    * Monografia economico-agraria del comune di Dogliani: proveniente dal Laboratorio di economia politica della R. Universita di Torino. Mondovì, Tipografia e libreria Issoglio, 1894
    * A favore dei contratti differenziali. Torino, Roux Frassati e c., 1896
    * La distribuzione della ricchezza nel Massachussetts. Bologna, Garagnani, 1897
    * Un principe mercante: studio sulla espansione coloniale italiana. Torino, Bocca, 1900
    * L'arbitrato industriale. Torino, Roux e Viarengo, 1903
    * Guida schematica per lo studio della scienza delle finanze: anno accademico 1902-1903 del chiar.mo prof. L. Einaudi. Torino, Tip. lit. Brandoni e Gili, 1903
    * Lezioni di economia e legislazione industriale: anno 1903-904 del chiarissimo prof. L. Einuadi. Torino, Lit. F. Gili, 1904
    * Lezioni di scienza delle finanze e diritto finanziario: anno scolastico 1903-904 del chiar. prof. Luigi Einaudi. Torino, Tip. lit F. Gili, 1904
    * La finanza sabauda all'aprirsi del secolo XVIII e durante la guerra di successione spagnuola. Torino, Società tipografico-editrice nazionale, 1908
    * A proposito della Tripolitania: considerazioni economiche e finanziarie. Torino, Società tipografico-editrice nazionale, 1911
    * I fasti italiani degli aspiranti trivellatori della Tripolitania. Torino, Società tipografico-editrice nazionale, 1912
    * Corso di scienza della finanza tenuto dal Prof. Luigi Einaudi nella R. Universita di Torino e nella Universita commerciale L. Bocconi di Milano. Torino, la Riforma sociale, 1916
    * La garanzia dei depositi bancari. Milano, Associazione Bancaria Italiana, 1922
    * Le lotte del lavoro. Torino, P. Gobetti, 1924
    * Il sistema tributario italiano. Torino, Einaudi, 1939
    * Miti e paradossi della giustizia tributaria. Torino, Einaudi, 1940
    * La terra e l'imposta. Torino, Einaudi, 1942
    * I problemi economici della federazione europea. Milano, La fiaccola, 1945
    * Principi di scienza delle finanze. Torino, Einaudi, 1948
    * La guerra e l'unità europea. Milano, Edizioni Comunità, 1953
    * Il buongoverno: saggi di economia e politica: (1897-1954). (a cura di Ernesto Rossi). Bari, Laterza, 1955
    * Lo scrittoio del presidente: 1948-1955. Torino, Einaudi, 1956
    * Prediche inutili. Torino, Einaudi, 1956
    * Lezioni di politica sociale. Torino, Edizioni scientifiche Einaudi, 1958
    * Saggi sul risparmio e l'imposta. Torino, Einaudi, 1965
    * Scritti economici, storici e civili. (a cura di Ruggiero Romano). Milano, A. Mondadori, 1983

    Onorificenze

    Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone
    — Roma, 11 maggio 1955




    Fonte: wikipedia
     
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