Esecito: Brigata paracadutisti "Folgore"

Storia, stemmi, distintivi

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  1. ~ Oscar ~
     
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    « Fra le sabbie non più deserte
    son qui di presidio per l’eternità i ragazzi della Folgore
    fior fiore di un popolo e di un Esercito in armi.
    Caduti per un’idea, senza rimpianto, onorati nel ricordo dello stesso nemico,
    essi additano agli italiani, nella buona e nell’avversa fortuna,
    il cammino dell’onore e della gloria.
    Viandante, arrestati e riverisci.
    Dio degli Eserciti,
    accogli gli spiriti di questi ragazzi in quell’angolo di cielo
    che riserbi ai martiri ed agli Eroi. »

    (Epigrafe davanti al cimitero della Folgore a El Alamein)




    La Brigata Paracadutisti Folgore è l'unica Grande Unità di paracadutisti dell'Esercito Italiano; una seconda unità, ma di rango minore, è costituita dal Reggimento Alpini Paracadutisti Monte Cervino.

    La Folgore operativamente è una Grande Unità di Fanteria Leggera con infrastrutture e mezzi di aviolancio ed aviotrasporto, dotata di modesta meccanizzazione è inquadrata nelle Forze di Proiezione alle dipendenze del 1º Comando Forze di Difesa.

    I primi reparti di paracadutisti italiani furono istruiti e formati poco prima della seconda guerra mondiale a Castelbenito, nei pressi di Tripoli, dove sorse la prima Scuola Militare di Paracadutismo della Regia Aeronautica con istruttori dell'esercito.

    Le prime truppe ad essere addestrate furono due battaglioni libici del Regio Corpo Truppe Coloniali; i "Fanti dell'aria". A questi farà seguito un primo battaglione di truppe italiane ed il Battaglione Carabinieri Paracadutisti.

    Poco dopo nacque in Italia la Scuola di Tarquinia, dove venne reimpiegato il personale di Castelbenito e nacquero i primi elementi della futura Divisione Folgore.

    Nel 1941 era operativa una Divisione Paracadutisti completa, nata ed addestrata per l'occupazione di Malta (Operazione C3), che però visto l'andamento della guerra in Africa sarà invece impegnata a terra in Africa Settentrionale dal luglio 1942. Il comportamento eroico della divisione Folgore durante la battaglia di El Alamein, dove resistette all'attacco portato da ben tre divisioni britanniche, una corazzata e due di fanteria, suscitò il rispetto e l'ammirazione anche da parte dei nemici britannici.

    L'11 novembre del 1942 infatti, a battaglia ormai conclusa Radio Londra trasmise il famoso comunicato:
    « I resti della divisione Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane. »

    (Radio Londra)

    Dal fronte di El Alamein la Folgore si ritirò senza essere sconfitta il 3 novembre 1942, alle 2 di notte, senza acqua e trasportando a braccia i propri pezzi anticarro. Alle 14:35 del giorno 6, dopo aver esaurito tutte le munizioni ed aver distrutto le armi, ciò che restava della Divisione si arrese, ma senza mostrare bandiera bianca e senza alzare le mani ai britannici.

    Pochi sanno che in Libia nel 1942 con alcuni sopravvissuti si formò il 285° Battaglione "Folgore", comandato dal capitano Lombardini. Fu impiegato nella difesa della linea del Mareth in Tunisia nel 1943, e anche li diede un'eccellente prova resistendo ai tanti attacchi britannici. Con la ritirata anche i pochi sopravvissuti del "Folgore" si ritirarono in direzione di Tunisi, e a Takrouna dopo una strenua difesa contro truppe neozelandesi si arresero.

    In Italia, nel frattempo, nacque una seconda Scuola a Viterbo e una nuova divisione, la Nembo. Una terza, battezzata Ciclone, era in progetto ma l'armistizio di Cassibile ne interrompe la costituzione. Dopo la guerra, la Nembo venne assorbita dalla Folgore.

    Attualmente la Folgore è una Brigata, con 6 Reggimenti, con sede a Livorno e di stanza a Livorno, Pistoia, Siena, Pisa e Legnago (VR).

    È costituita da tre Reggimenti d'arma base (183º, 186º e 187º), un Reggimento d'Assalto (il 9º Col Moschin), un Reggimento Acquisizione Obiettivi (185º), un Reggimento Genio Guastatori (8º) ed un Reparto Comando e Supporti Tattici, oltre al CEAPAR di Pisa (CEntro Addestramento PARacadutismo, ex SMIPAR - Scuola MIlitare di PARacadutismo, a sua volta ex CAP).

    Reggimenti esistenti:

    * 9º d'assalto Paracadutisti Col Moschin di Livorno, appartenente alle Forze Speciali
    * 183º Paracadutisti Nembo di Pistoia
    * 186º Paracadutisti Folgore di Siena
    * 187º Paracadutisti Folgore di Livorno
    * 185º Reggimento Paracadutisti Ricognizione Acquisizione obiettivi Folgore di Livorno
    * 8º Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti Folgore di Legnago (VR)

    Il 23 ottobre si festeggia l'anniversario della battaglia di El Alamein (1942). Patrono: san Michele Arcangelo (29 settembre).


    Folgore

    Denominazione di due distinti reparti (per lungo periodo coesistenti) dell'esercito italiano: la Brigata Paracadutisti Folgore e la Divisione di Fanteria (poi Meccanizzata) Folgore.

    Elementi araldici comuni ai due reparti: il gladio alato di mostrine/fregi (integrato da un paracadute per la Brigata Paracadutisti) e il lampo giallo nel distintivo dell'unità (in campo rosso per la Divisione di Fanteria, in campo azzurro per la Brigata Paracadutisti). Attualmente la scuola militare di paracadutismo (CEAPAR) si trova a Pisa.


    Reparto Comando e Supporti Tattici Folgore

    Costituito in Pisa il 1º ottobre 1963 quale Quartier Generale della ricostituita Brigata Paracadutisti Folgore, assume la denominazione di Reparto Comando e Trasmissioni il 1º ottobre 1975. La Compagnia Trasmissioni che ne fa parte dal settembre 1977 ha ereditato le tradizioni della 185ª Compagnia genio collegamenti della Divisione Folgore. Dal 1º gennaio 1994 ingloba a sé la Compagnia Genio Guastatori Paracadutisti Folgore, assumendo così la denominazione attuale di Reparto Comando e Supporti Tattici. Il Reparto, inquadrato nella Brigata Paracadutisti Folgore è un'unità di supporto fondamentale destinata, al sostegno logistico ed alla sicurezza del Comando Brigata, alla gestione del sistema di trasmissioni dell'intera Brigata, a soddisfare le esigenze di mobilità e contromobilità delle varie unità che compongono la Grande Unità Elementare. Ha partecipato a tutte le operazioni "fuori area" nelle quali è stato presente il Comando Brigata Paracadutisti Folgore.


    Nembo

    La 183ª Divisione Paracadutisti Nembo venne costituita nel 1943 come seconda Divisione Paracadutisti con l'impiego di nuovi reparti e del 185º Reggimento della Folgore. La Nembo fu inviata alla vigilia dell'8 settembre 1943 in Sardegna dove sarà decimata dalla malaria. Reimpiegata salvo la 12/183ª, che aderì alla RSI, nella guerra di liberazione italiana trova la sua maggiore gloria nelle battaglie di Filottrano, Case Grizzano e nell'operazione Herring (queste ultime nel Gruppo di Combattimento Folgore, da essa costituito dopo la riconfigurazione della Divisione dovuta alle perdite subite).

    Alla fine della seconda guerra mondiale il Nembo sarà utilizzato, come Reggimento prima e Battaglione poi, nell'Arma della Fanteria Meccanizzata, passando per le sedi di Belluno, Villa Vicentina, Cervignano del Friuli e Gradisca d'Isonzo. In quest'ultima sede rimarrà fino al 1991, anno in cui si ricostituì il 183º Battaglione Paracadutisti Nembo, inquadrato questa volta nella Brigata Paracadutisti Folgore. La Folgore stessa era stata ricostituita negli anni sessanta con istruttori provenienti proprio dal Nembo, inquadrato all'epoca nella Divisione Meccanizzata Folgore di Treviso.

    Nel 1993 è promosso al rango di Reggimento, mentre dal 1991 a seguire ha partecipato a tutte le missioni internazionali che hanno visto impiegati l'Italia ed i paracadutisti.


    185º Reggimento Paracadutisti

    Il 185º Reggimento è inquadrato nella Brigata Paracadutisti [[Folgore]], che è responsabile dell'addestramento ed approntamento dell'unità, ma dipende, sul piano tecnico-funzionale e quindi per l'impiego sul terreno, dal Comando Operazioni delle Forze Speciali (COFS), così come gli altri reparti del bacino FS/FOS dell'Esercito, il Gruppo Operativo Incursori (GOI) della Marina Militare, il Reparto Incursori dell'Aeronautica e per alcune funzioni anche il Gruppo di Intervento Speciale (GIS) dei Carabinieri. Precedentemente inquadrato all'interno della Brigata quale aliquota di Reggimento Artiglieria Paracadutista, si configura attualmente come unità compresa nel "bacino" delle Forze per Operazioni Speciali dell'Esercito Italiano, dal momento che i suoi compiti principali sono divenuti la ricognizione, l'acquisizione obiettivi (entrambe svolte in territorio ostile) e la guida laser di ordigni "intelligenti" sganciati da vettori aerei. Il suo impiego, insomma, rientra nelle operazioni speciali relative alla funzione operativa dell'intelligence militare e al controllo del fuoco finalizzato all'ingaggio di obiettivi ad alta priorità.

    Ufficiali, Sottufficiali e Truppa dell'unità sono reclutati per mezzo dei concorsi banditi dall'Esercito, ma è prevista la possibilità di alimentare l'unità anche con personale proveniente (a domanda e previo verifica dei requisiti psico-fisici) da altre unità dell'Esercito. Per poter conseguire l'abilitazione di "Acquisitore" è previsto un iter di addestramento molto impegnativo della durata di circa due anni (obbligatorio il conseguimento del brevetto militare di paracadutismo);

    Il Reggimento, di stanza a Livorno, è stato impegnato, con ottimi risultati, in Afghanistan e in Iraq (dove il Sergente Maggiore Salvatore Marracino ed il Maggiore Nicola Ciardelli del Reggimento hanno perso tragicamente la vita), ottenendo anche il plauso degli alleati e delle Forze Armate Statunitensi.


    Folgore e Nembo RSI

    Dopo l'8 settembre 1943 paracadutisti della Nembo vengono impiegati in combattimento durante lo sbarco di Anzio. Viene ricostituita anche la divisione "Folgore".


    Le Missioni di Pace

    La Brigata è stata impiegata in numerose missioni di peacekeeping negli anni recenti.

    * La prima fu la missione in Libano del 1982 (una delle prime missioni internazionali di pace).
    * Nel 1991 un Gruppo Tattico Paracadutisti fu in Kurdistan nel quadro della missione di soccorso umanitario "Italfor Airone".
    * Dal luglio 1992 la Brigata fornisce effettivi all'operazione "Vespri Siciliani" (Controllo territorio e difesa di obiettivi sensibili sul suolo nazionale).
    * La Folgore partecipa all'operazione "Restore Hope" (Italfor Ibis), in Somalia, dal 28 dicembre 1992 al 3 settembre 1993.
    * Aliquote della Brigata sono state impiegate più volte nei Balcani (Missioni IFOR/SFOR in Bosnia e KFOR in Kosovo), con la forza di pace FMP in Albania e nella Missione INTERFET a Timor Est. La Folgore partecipa dal mese luglio 2003 fino al febbraio 2004 alla missione Enduring Freedom in Afghanistan
    * La Folgore partecipa dal mese di aprile 2005 al mese di settembre 2005 all'Operazione Antica Babilonia in Iraq.
    * Nel mese di aprile 2007 prende parte all'Operazione Leonte 2 in Libano, sotto egida dell'ONU (Risoluzione 1701), a seguito della Guerra tra Israele ed Hezbollah dell'estate del 2006.


    Il caso Restore Hope: torture ed abusi in Somalia

    Fecero scalpore la pubblicazione nel 1997 da parte del settimanale Panorama di alcune foto riguardanti le violenze subite da alcuni somali da parte dei Parà della Folgore (tra cui la foto di un civile con degli elettrodi posizionati sui genitali), riferite al 1993 e scattate nel campo di Johar, accompagnate dal resoconto di un Caporalmaggiore che lanciava accuse sull'intera gestione della missione. Al seguito di tale inchiesta venne aperta un'inchiesta presso la Procura di Livorno, ed una Commissione d'inchiesta governativa che sentì varie testimonianze. La Commissione, pur smentendo alcune accuse da parte dei civili somali, appurò che vi furono degli episodi di violenza da parte dei militari, e riconobbe alcune responsabilità dei comandi militari della missione.


    La Scuola Militare di paracadutismo è stata al centro di numerose contestazioni a causa di una marcia improvvisata nel centro di Pisa durante l'epifania del 1981. Tale marcia avvenne in seguito ad un episodio di malavita pisana, ovvero il pestaggio di due militari della Brigata in un bar della città; a causa di questo pestaggio i due militari furono ricoverati perché durante l'aggressione si ritrovarono sicuramente a fronteggiare più di due persone facenti parte di questa banda. A seguito di tale evento molti militari della Brigata (nell'ordine di centinaia) sia della Scuola che operativi, sia ufficiali che sottufficiali, decisero di vendicare l'aggressione dei commilitoni.

    Durante le ore pomeridiane venne organizzata una piccola spedizione punitiva nei confronti della "banda" che aveva aggredito i due militari, ma in poco tempo fuori dalla SMIPAR erano presenti centinaia di paracadutisti in divisa. Gli ufficiali presenti (tra i quali non figuravano i vertici del reparto, che non erano a conoscenza dei fatti come poi si seppe) diedero ordine di inquadrarsi e spontaneamente, poiché non si trattava di un evento ufficiale, il reparto si mise in marcia verso il famigerato bar. I fatti riferiscono che si trattò di momenti assolutamente inattesi dalla popolazione: i parà iniziarono subito a calcare bene il passo e ad intonare i canti della Brigata oltre all'urlo di reparto[1]; si riferì di aver sentito anche canti fascisti, cosa che non fu mai smentita.

    Giunti nei pressi del bar alcuni "coraggiosi" pisani a bordo di ciclomotori o a piedi iniziarono ad insultare il reparto mantenendosi però a debita distanza dalla formazione; in poco tempo, per qualche motivo, le righe si sciolsero improvvisamente ed i militari si lanciarono verso questi. Solo uno di questi richiese di essere portato al pronto soccorso date le ferite. Il reparto si ricompattò presto e continuò a marciare, ma a quel punto intervennero le forze dell'ordine. Alla richiesta di fermarsi, i paracadutisti diedero ben poca importanza, tanto da costringere la Polizia a richiedere l'intervento dei reparti antisommossa. Si riferisce che il reparto antisommossa decise di iniziare a caricare contro il reparto in marcia; alla vista di questo molti dei militari presenti si sfilarono il cinturone in dotazione e, mimando una controcarica, fecero arretrare i reparti della Polizia. Il reparto continuò a marciare e dinanzi a loro le pantere della Polizia poterono arretrare lentamente per evitare altri disordini con la popolazione. Ancora non è chiaro se fu grazie all'invito di un "amico" della Brigata o per il buon senso dei militari stessi, ma sta di fatto che dopo poco tempo il reparto rientrò sotto ordine degli ufficiali presenti in caserma.

    Il giorno seguente non solo i vertici del Reparto ma anche l'ispettore delle armi di Fanteria e Cavalleria, Gen. Alvaro Rubeo, decisero di fare visita alla SMIPAR. Tutti i militari che avevano partecipato a questa "missione" furono puniti, ma non si può nascondere che dagli atteggiamenti che l'Esercito volle mostrare ai militari emerse un sentimento misto di forte disapprovazione e pacata ammirazione per il fortissimo spirito di corpo che legava i ragazzi dopo una selvaggia aggressione ai danni di due militari di una Brigata tanto gloriosa quanto lo è la Folgore.


    Fonte --------->















     
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