Plotone Anfibio Speciale

i recon del Serenissima

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  1. rambo89
     
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    IMPORTANTE: articolo estrapolato integralmente da un numero della rivista RAIDS. Molto aggiornato ed attendibile, il meglio per chi volesse saperne di più su questa specialità!


    Nell’organico del Reggimento Lagunari è presente, nella Compagnia Supporto Tattici Anfibi basata nell’Isola di Sant’Andrea, il Plotone Anfibio Speciale, una piccola unità ad alta valenza operativa destinata a compiti di ricognizione e sorveglianza ed alla conduzione di attività non convenzionali in ambito anfibio che opera in squadre, team ridotti, a coppie e talvolta persino con elementi isolati. Tra i suoi compiti rientrano:
    -infiltrazione in territorio occupato dal nemico con qualsiasi vettore
    -ricognizione e raccolta di informazioni sul terreno mediante pattuglie a medio e lungo raggio
    -sabotaggio e colpi di mano contro obiettivi costieri e terrestri
    -ricognizione preventiva delle spiagge di sbarco e dei fondali marini, con l’eventuale distruzione degli ostacoli antisbarco.
    Gli elementi che compongono il plotone sonolagunari sperimentati che desiderano affrontare una sfida non facile per raggiungere la più alta capacità di operare e sopravvivere nel difficile e selettivo ambiente delle operazioni anfibie e si impegnano, una volta conseguito il brevetto di Esploratore Anfibio, a rimanere nella piccola unità per 10 anni.
    Il raggiungimento di questo traguardo non è alla portata di tutti e richiede il superamento di ostacoli veramente impegnativi ed il possesso di considerevoli doti di resistenza fisica e mentale, tenacia, determinazione, pazienza, fiducia in sé stessi e ferrea volontà.
    Anche del Plotone Anfibio Speciale è attualmente in corso il ricambio generazionale e l’alimentazione con nuovo personale, che sta frequentando l’8° Corso Esploratore Anfibio.
    Tale iter formativo ha una durata complessiva di 20 settimane, suddivisa in 2 fasi di 10 settimane ciascuna.
    I volontari devono prima di tutto superare le prove fisiche di preselezione al corso, che comprendono 2000 metri di corsa da completarsi in 9 minuti, 6 km di marcia veloce con zaino da 15 kg da concludersi entro 1 ora, 30 piegamenti e altrettanti addominali in 1 minuto a serie, 50 m di nuoto in qualsiasi stile e 12 minuti di galleggiamento (10 se in acqua dolce).
    Chi non risulta idoneo nel corso di questa scrematura preventiva ritorna al reparto di appartenenza, mentre gli allievi che superano felicemente la preselezione iniziano il corso che, nella prima fase di 10 settimane, è destinato principalmente all’affinamento ed alla verifica delle doti fisiche e morali dei partecipanti.
    L’attività è infatti molto intensa, con marce veloci da 4, 6, 8 e 10 km da completarsi con arma e zaino di 10 kg. A queste fa seguito una marcia di regolarità di 20 km con arma e zaino di 30 kg e una prova di resistenza di 40-50 km, da portarsi a termine sempre con equipaggiamento pesante completo.
    Si affrontano quindi i temi dell’esplorazione terrestre ed anfibia, del movimento in ambiente tattico e della navigazione terrestre, con marce topografiche diurne e notturne di 6, 10, 20, e 30 km con arma e zaino da 20 kg. Sono introdotte le tecniche di superamento ostacoli in ambiente paludoso e fluviale, mentre non sono trascurate le attività di ardimento, quali superamento e costruzione di ponti di corda, discesa con la tecnica della corda doppia, percorsi di guerra con ostacoli di difficoltà crescente.
    La prima fase del corso si conclude con un’esercitazione continuativa di sopravvivenza, resistenza agli interrogatori, evasione e fuga della durata di circa 10 giorni, che si svolge sull’atopiano di Asiago.
    Si tratta di un’esercitazione molto impegnativa che mette a dura prova i fisici più allenati (è normale in questo periodo perdere diversi chilogrammi di peso corporeo) e richiede grande equilibrio mentale e forti motivazioni personali. Gli allievi affrontano infatti situazioni di totale isolamento, in cui debbono procurarsi cibo, acqua e ripari occasionali potendo contare solo sulle proprie forze, la propria abilità, astuzia e determinazione.
    Una volta “catturati” dal nemico gli aspiranti esploratori saranno sottoposti per ore a lunghi e incalzanti interrogatori, nel corso dei quali, pur non giungendosi mai alla violenza fisica, saranno duramente messe alla prova le capacità di resistenza e la volontà di non arrendersi. E’ normale la privazione del sonno, lo sconvolgimento dei ritmi fisiologici dettati dall’alternanza giorno-notte ed il ricorso a varie forme di pressione psicologica. Nonostante l’assenza di minacce fisiche, il monitoraggio di sorveglianza e la presenza costante di personale medico, si tratta comunque di una fase destinata a restare impressa nella memoria dei partecipanti.
    La prima parte del corso si conclude con un esame di sbarramento che include una prova teorica di accertamento a tempo riguardante tutti gli argomenti affrontati nelle prime 10 settimane ed un test pratico che include il superamento entro un tempo determinato di un percorso esploratori, con esercizi riepilogativi su tutte le materie affrontate.
    Anche in questo caso il mancato superamento degli esami di sbarramento comporta l’inidoneità alla prosecuzione del corso ed il ritorno al reparto di appartenenza.
    La seconda fase di 10 settimane del Corso Esploratori Anfibi prosegue con una serie di moduli addestrativi settimanali relativi alle materie di interesse specifico: pianificazione delle missioni di ricognizione o di azione diretta, conduzione delle pattuglie da ricognizione e da combattimento, procedure operative standard delle minori unità, colpi di mano ed imboscate, costituzione di un posto di osservazione, maneggio esplosivi ai fini di sabotaggio, uso degli apparati radio, reazioni automatiche immediate a fuoco, riconoscimento mezzi e materiali, attività anfibie quali rilascio e recupero da battello, lancio da elicottero, nuoto operativo di superficie, ricognizione anfibia di una spiaggia, navigazione.
    La seconda parte del Corso Esploratore Anfibio si conclude con un’esercitazione continuativa di cinque giorni incentrata sulla pattuglia da ricognizione e con gli immancabili esami finali, rappresentati da un’altra esercitazione di due giorni, dedicata alla pattuglia da ricognizione.
    Il positivo superamento di questi ultimi ostacoli spalanca le porte all’acquisizione del brevetto di Esploratore Anfibio ed all’inserimento nei ranghi del Plotone Anfibio Speciale.
    L’iter formativo non può però ritenersi completato, e prosegue al reparto con il conseguimento dell’abilitazione alla condotta dei veicoli e dei natanti in dotazione.
    Gli elementi riconosciuti idonei dal punto di vista medico verranno inoltre inviati a COMSUBIN per frequentare il corso di operatore ARO-SDO di dodici settimane, che permetterà loro di agire per la ricognizione preventiva delle spiagge da sbarco e loro eventuale bonifica da ordigni ed ostacoli, con l’impiego degli autorespiratori ad aria e ad ossigeno.
    Il Reggimento Lagunari è ben cosciente di possedere una pedina operativa preziosa, in grado di svolgere missioni che, per quanto di portata limitata e di natura essenzialmente tattica, richiedono professionalità e qualità personali degli operatori del tutto analoghe a quelle richieste ai componenti delle Forze per Operazioni Speciali propriamente dette. Per tale motivo è previsto da tempo che la formazione degli esploratori anfibi includa altre significative tappe, come l’abilitazione al lancio col paracadute con fune di vincolo, da conseguirsi in quattro settimane al CEPAR di Pisa, ed un adeguato addestramento al CEALP di Aosta per l’ambientamento montano.
    Nei piani dell’Esercito almeno un elemento per squadra dovrebbe poi essere titolare della qualifica di tiratore scelto/istruttore di tiro (conseguita presso la Scuola di Fanteria di Cesano) ed un altro elemento possedere il brevetto basico di roccia ottenuto al CEALP. Nell’ambito del plotone dovrebbe inoltre essere presente almeno un istruttore di roccia e combattimento in montagna in ambiente estivo, al fine di estendere ancora di più la flessibilità operativa del reparto, nel contesto dei più vari scenari d’impiego.
    Previo superamento della prova di ammissione relativa alla conoscenza della lingua inglese singoli elementi potranno inoltre frequentare i vari cicli formativi offerti dalla Scuola LRRP di Pfullendorf, quali Patron, Close Quarter Battle, Riconoscimento Mezzi e Sopravvivenza.
    Attualmente alcuni di questi obiettivi non sono stati raggiunti essenzialmente a causa delle ristrettezze finanziarie che hanno forzosamente ridotto il numero di esploratori inviati ai vari corsi. Si tratta purtroppo di una pratica miope che, oltre a mortificare l’entusiasmo e le motivazioni dei singoli, finisce col tradursi in un autentico spreco di risorse umane, che risultano sottoimpiegate e non utilizzabili al massimo delle potenzialità.
    Anche il Plotone Anfibio Speciale dovrebbe essere interessato da profondi mutamenti organizzativi ed addestrativi derivanti dalla necessità di uniformare organici e missioni a quelle svolte dalle corrispondenti pedine del SAN MARCO (segnatamente la Compagnia Operazioni Speciali).
    Tra le ipotesi allo studio la formazione di due plotoni identici, ognuno composto da 34 elementi, ossia quattro di 8 esploratori più comandante di plotone ed un trasmettitore, o addirittura l’elevazione al rango di compagnia.
    Certamente la conformazione attuale, che include tre squadre esploratori di 7 elementi, una squadra controcarro di pari consistenza con due sistemi Milan ed una di mortai leggeri con 6 uomini e due armi da 60mm, più comandante e radiofonista, non risulta più attuale, con equipaggiamenti che sembrano destinati più ad una forza di fanteria convenzionale che ad un reparto esplorante e di intelligence altamente specializzato.
    L’articolazione in Distaccamenti Operativi anziché in squadre consentirebbe poi di assegnare il loro comando a sottufficiali del ruolo marescialli e permetterebbe la permanenza nel plotone di un maggior numero di sergenti. In questo modo si potrebbero mantenere in servizio presso il reparto quei VSP, verosimilmente i migliori, che verranno promossi al ruolo superiore, evitando la dispersione di elementi molto qualificati e motivati ed un inutile spreco di risorse addestrative e finanziarie.


    Che ne dite? Credo di aver reso giustizia ad una delle specialità meno conosciute ma sicuramente insostituibile dell’Esercito.
     
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  2. pclavoro
     
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    Ottimo articolo, complimenti. Io ho un amico nei lagunari di Mestre, sta uscendo pazzo-.
     
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1 replies since 28/7/2008, 13:26   2647 views
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