Nuova Ford Ka

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  1. super girl
     
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    TUTTA NUOVA La prima Ka, presentata al Salone di Parigi del 1996 ha contraddetto molte regole non scritte del mondo automotive. Ha saltato un ciclo di rinnovamento grazie ad uno stile discusso ma radicale, che l’ha fatta invecchiare bene. E aveva convinto per la guidabilità, diventando una simpatica esponente del segmento mini-cittadine, ancora oggi di succosa attualità causa caro-petrolio e moda del downsizing imperante. Il tempo scelto dalla Ford sembra quindi perfetto: al prossimo Salone francese, subito dopo l’estate, salirà sul palco la seconda generazione.

    GENITORI E CUGINI Di lei si sa già molto. È stata avvistata da tempo sulle bisarche nelle autostrade italiane, tanto che qualche testata frettolosa ha pensato bene di confonderla con la Topolino. Di vero c’è che la Ka dovrebbe essere poliglotta e figlia dei moderni tempi automotive. Appartenente al grande casato americano ma figlia del branch tedesco, la Ka parlerà anche un po’ torinese, dove è stata educata, mentre troverà le origini in Polonia. Niente di strano: l’alleanza dei Marchionne Boys con gli uomini dell’ovale blu ha portato a condividere piattaforma e sinergie con il neonato Cinquino. Come pure la fabbrica di produzione: quella polacca di Tichy. Ma niente paura. Non si tratta del solito progetto fotocopia o di un parto plurigemellare distinguibile solo attraverso i marchi su cofano e portellone.

    TUTTA DIVERSA La nuova Ka gode di una personalità tutta sua, anche se meno originale rispetto alla prima serie, e sarà impossibile confonderla con Panda e 500. Basta guardare le prime foto ufficiali. Addio al new edge design che aveva segnato gli Anni 90 di Casa Ford. Benvenuto ad un muso camuso ma simpatico, che replica in piccolo stilemi e proporzioni proprie del design kinetiko. Con la bocca spalancata a mordere l’asfalto, i due occhi sfaccettati e allungati verso i passaruota e le rotondità dei fendinebbia.

    VITA ALTA RITOCCATA Subito la linea sale veloce e impennata verso l’alto, a raccordarsi col parabrezza, dove il tetto corto termina in un accenno di spoiler. E proprio nella vista di profilo si scorge uno dei pochi tratti trasmessi di madre in figlia. La linea disegnata dalle superfici vetrate, il lungo finestrino e la piccola luce per i passeggeri posteriori, riprende la tipica forma ad arcata. La cintura alta viene lavorata dalle doppie incisioni, che scavano le lamiere e dai passaruota in rilievo che ne alleggeriscono, ma non troppo, il rapporto vetro-lamiere sbilanciato a favore di queste ultime.

    B SIDE E si arriva al posteriore. Dove si inseguono giochi di trapezi, come quello del portatarga e di spoiler appena pronunciati, subito sotto il lunotto. I gruppi ottici partono dai fianchi e contengono due punti luce rotondi di taglio sportivo a sottolineare l’indole birbante e ricercata. Perchè il tratto distintivo della Ka prima generazione, oltre al prezzo conveniente, era un certo tono sfizioso che pur nel cambiamento non doveva andare perduto. Pena la mancanza di riconoscibilità nel mare magnum delle miniutilitarie.

    PERSONALIZZATA La conferma di una ricercatezza "sostenibile" arriva proprio dagli interni. Dove la volumetria tipica della nonnina viene, grosso modo, rispettata. Con il piccolo cruscotto, la grande plancia centrale satinata, dal design a piramide inversa, e lo scavo per guadagnare spazio di fronte al passeggero. Anche qui nessuna confusione con la parentela italiana, se non alla lontana nei comandi della climatizzazione.

    TUTTA KA? Corre invece voce che, come la 500, anche la nuova piccola Ford offrirà un buon numero di scelte alla voce personalizzazione e dettagli ornamentali, nuova arma degli uffici marketing per ingolosire il cliente e rimpolpare il fatturato. Appuntamento in ottobre a Parigi per conoscere dettagli su dotazione, meccanica e prezzi. Tutta nuova la Ka, meno il logo che rimane stilizzato con la consonante ingrossata e la vocale rimpicciolita a seguire.







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0 replies since 7/10/2008, 16:42   19 views
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